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Scheda Crociera
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Crociera-lavoro (Archeologia Subacquea)
22+22 giorni all`ancora in solitario
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Questa è la mia crociera     

Il 14 Giugno 2007, dopo dei brevi preparativi, sono salpato da Torregrande, per recarmi con Zukabamba su un cantiere di scavo subacqueo dell`Università di Sassari nella rada di Mandriola.
Il cantiere sarebbe durato 20 giorni, e avevo messo a disposizione Zukabamba come barca appoggio fissa sulla verticale del relitto. Inoltre, avevo il compito di fare un minimo di sorveglianza per i clandestini e per eventuali furti di attrezzature durante la notte. Dovevo quindi organizzarmi per poter avere un`autonomia di 20 giorni senza rientrare in porto e senza spostare la barca dalla verticale del relitto.
Ecco come ho proceduto:

- ORMEGGIO: il fondale era di circa 5 mt, e ho usato 4 ancore danforth da 30 kg, con 20 mt di catena da 6 mm ciascuna + altri 20 di cima a 3 legnoli (quella da ormeggio), due afforcate a prua, due afforcate a poppa.
Questo mi consentiva di tenere la barca ferma sopra lo scavo, senza danneggiare il relitto con le ancore. Ho scelto un`orientamento SE-NW in base ai venti dominanti per la rada, che offre riparo dal maestrale e dal levante, ma non da libeccio e scirocco. Il Ponente entra d`infilata ma non da grossi problemi.
Avevo quindi la prua orientata a libeccio, e la poppa a maestrale.
Questa scelta si è rivelata la migliore quando, la sera del secondo giorno, è arrivata una libecciata con raffiche a oltre 45 nodi e due metri di onda frangente, che è durata la bellezza di 4 giorni.
Luciano ricorderà senz`altro quella notte, perchè eravamo in contatto ra*** con Al Nair, che stava arrivando dalla Corsica diretta a Torregrande.
Col tender, avevo steso per precauzione tutti gli 80 metri (85 totali) di catena e avevo calato anche l`ancora principale di Zukabamba, per ammortizzare la trazione sui 4 corpi morti, ed evitare che si spedassero improvvisamente mandandomi a scogli 200 metri più sottovento.
(questo perchè il Circolo Nautico di San Vero Milis, nel suo infinito spirito marinaro, mi ha impedito di spostare la barca (per la durata della burrasca) sulla loro catenaria LIBERA DA TUTTE LE BARCHE, in quanto non socio del circolo).

- CARBURANTE, GAS E ACQUA POTABILE: Sono partito da Torregrande con 120 litri di gasolio nel serbatoio, e 600 litri d`acqua, di cui 400 nel serbatoio, e 200 in 8 taniche che tenevo appese allo scafo e immerse in acqua. Avevo inoltre 2 bombole di gas da 5 Kg.
Caricavo le batterie due volte al giorno (2 ore la mattina, dalle 06.00 alle 08.00) e 3 ore la sera (dalle 19.00 alle 22.00) per ricaricare le batterie che alimentavano il frigo di bordo,per scaldare l`acqua nel boiler, e la sera per avere un minimo di luce per cucinare.
Per non consumare troppa acqua, usavo un detersivo marino per i piatti, e sapone e shampoo marini per lavarmi. Pescavo una secchiata d`acqua di mare, che scaldavo in un pentolone sul fuoco, e ci lavavo i piatti nel lavello. Risciacquavo poi il tutto con acqua dolce, sprecandone il meno possibile.
Stessa cosa per lavarmi. Non potevo lavarmi direttamente in mare, perchè a causa delle continue mareggiate, la temperatura dell`acqua oscillava tra i 15 e i 16,5° C.
Non usavo tanta elettricità, se non per il frigo, perchè accendevo le luci solo per un ora la sera, quando cucinavo e cenavo. La luce di testa d`albero, consumava appena 1A.
Per il resto, usavo una torcia elettrica subacquea oppure delle candele.

-VIVERI: avevo viveri a lunga conservazione per circa 1 mese, e scendevo a terra solo per rifornirmi del minimo indispensabile (frutta, verdura, carne, pane). Il pesce lo pescavo durante il pomeriggio e la notte, e vendevo il di troppo ad un locale del posto. Col ricavato ci compravo ciò che mancava a bordo.

-COMPAGNI DI BORDO: a bordo con me c`era solo Nelson, il mio pappagallo (Calopsitte), che avevo addomesticato e tenevo libero per la barca.

- TENDER: avevo la fortuna di avere addirittura 3 tender, uno yam a chiglia gonfiabile con un 10 Cv, un suzumar con un 25 Cv suzuki (pessimi sia il gommone che il motore), E la mia canoa gonfiabile ( era il mezzo che preferivo e che preferisco tuttora per muovermi dalla barca), leggera, poco ingombrante, silenziosa.

LA PERMANENZA A BORDO:
I primi 20 giorni li ho passati sott`acqua per il cantiere, dove mi sono occupato di fare ricognizioni, scavo con la sorbona (una sorta di aspiratutto subacqueo), e rilievo. La mia giornata cominciava alle 06.00 di mattina, caricavo tutta l`attrezzatura sui tender, e con quel piccolo corteo gonfiabile, andavo a terra per il briefing iniziale coi colleghi. Poi, chi sui gommoni, chi a nuoto, andavamo sul relitto.

La nave si è rivelata essere una grande nave oneraria (cioè da trasporto) del V sec. d.C. che, partita dalle coste dell`attuale Portogallo con un carico di anfore olearie, fece poi scalo in Nord Africa (probabilmente in Algeria), dove probabilmente scaricò una parte di queste anfore, e ne caricò un`altra partita che conteneva salsa di pesce (il famoso garum). Da quì proseguì per la Sardegna, arrivando nella rada di Mandriola. Probabilmente affondò a causa di una libecciata molto simile a quella che passai io con Zukabamba, dopo che andò a urtare contro una lingua di scogli affioranti (1,5 mt) a circa 30 mt dall`attuale giacitura del relitto.

La giornata di scavo finiva fra le 15 e le 17. Raccolte le mie cose, ricomponevo il convoglio di tender, e tornavo su Zukabamba. Dopo un pò di relax in cui leggevo (stavo leggendo "La lunga rotta"), cenavo prima che facesse buio, sentivo Laura al cellulare, e qualche amico, poi mi riinfilavo la muta, e andavo a pesca.
Alla fine dei 20 giorni di scavo, teoricamente sarei dovuto rientrare in porto, ma l`idea di tornare in porto, in mezzo all`acqua puzzolente, al cemento e alla cosidetta "civiltà" non mi allettava affatto.
Presi dunque la decisione di spostare zukabamba in un punto più tranquillo e di proseguire la mia "vacanza" solitaria a tempo indeterminato, che poi si è rivelato essere altri 22 giorni, quando, Marcello con il suo Papyrus sono arrivati a Mandriola per scoprire cosa ne era stato del sottoscritto, cosa mai potesse esserci di tanto interessante a Mandriola e tentare di convincermi a rientrare in porto con lui... GUASTAFESTEEEE!!!
Quando arrivai in porto a Torregrande, avevo ancora più di metà serbatoio di gasolio, e avevo consumato appena metà della scorta d`acqua presente a bordo.

CONCLUSIONI: con un pò di attenzione e parsimonia, è possibilissimo ridurre i consumi di bordo al minimo e passare lunghi periodi di navigazione o alla fonda anche nei nostri mari, senza spendere un patrimonio, e godendosi appieno la vacanza.
Ho ripetuto l`esperienza per una settimana con Laura, ad agosto 2008, e anche lei si è trovata benissimo. Se qulcuno non ci avesse rotto le scatole per altri impegni poi mancati,e fatti rientrare inutilmente in porto, saremmo sicuramente rimasti li a tempo indeterminato.

Buon Vento!

Zukabamba

 
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