Storia di un trasferimento per la regata 500x2 Da Krk-Croazia a Caorle- Venezia
Si tratta di un vecchio trasferimento barca, fatto nel 1995, ma il ricordo è tutt’ora vivido, e mai l’ avevo raccontato con tale dovizia di particolari.
Faccio piccola premessa: il circolo velico organizzatore della regata 500x2, aveva, l’ anno precedente, preso accordi con Cino Ricci e perciò erano disponibili al noleggio per la regata le barche JOD 35 e ci fu successo di partecipazione e risultati.
Sull’ esperienza passata, forse volendo il circolo guadagnarci molto di più, pensarono di creare una classe monotipo, invitando i più bravi velisti italiani. Quindi si recarono in Croazia e presero a nolo una quindicina di barche Elan 31 per affittarle ai partecipanti alla regata, poi si vociferò che i dilettanti pagarono il noleggio mentre ai professionisti vennero date a gratis. I dilettanti erano circa 4/5 equipaggi, ed una decina erano professionisti (Pelaschier, Rizzi, Vascotto, Malingri, Felci, ed altri che non ricordo) Le barche erano quelle normalissime destinate al noleggio turistico, e le condizioni erano proprio da noleggio, non da regata.
Io con un mio amico partecipiamo alla regata, e andiamo assieme a tutto il gruppo dei regatanti, a ritirare le barche a Krk – Croazia. Ci facciamo accompagnare in auto da una conoscente del mio compagno, che dovrebbe lasciarci a Krk e rientrare a casa in auto.
La consegna non avviene come prestabilito, gli slavi ci fanno aspettare due giorni per avere le barche, nel frattempo al mio amico arrivano notizie che deve essere subito a casa per problemi familiari, così si offre di venire con me, l’ amica del mio compagno, che asserisce di saper andare in barca. Non mi preoccupo più di tanto, la traversata la conosco benissimo, si tratta solo di circa 24 ore di navigazione. Così partiamo all’ alba, io con questa ragazza 30enne, mentre il mio amico rientra a casa in auto.
Era una bella giornata di fine maggio, scirocchetto che soffiava da poco tempo, caldo un po’ umido. Il meteo non prevedeva nessun cambiamento, dava pioggia dopo 48 ore. Insomma la classica situazione di scirocco che monta, che porta pioggia e vento da S/E, e poi quando termina lo scirocco, la solita grande sventolata di bora chiarificatrice.
Le condizioni di navigazione permettevano benissimo l’ uso dello spi, ma dato l’ equipaggio ho optato per randa e fiocco (avvolgibile). Dopo circa 8/10 ore di navigazione ci troviamo a metà percorso, tra Krk e Caorle VE. Per tutta la giornata ero infastidito da piccole vespe che giravano per la barca ( in mezzo all’ Adriatico!), e moscerini fastidiosi, e la cosa non mi piaceva.
Di colpo la situazione meteo cambia, e si vedono grossi nuvoloni che giungono da N/E.
Alla mia compagna chiedo di fare ordine in pozzetto e mettersi la cerata. Nel frattempo anche il sole sparisce. Dopo è il mio turno di cerata. Ho appena infilato la salopette, che vengo chiamato urgentemente in coperta. Era tutto nero, il vento era aumentato in maniera bestiale, ed arrivava da N/E. e tutto ciò in quindici minuti.
Ammainiamo randa, e proviamo a tenere solo fiocco avendo il vento al traverso,che però continua ad aumentare come pure le onde. Sono al timone con una mano sulla barra e l’ altra appoggiata sul winch del genoa, arriva al traverso una onda enorme, la barca sbanda, mi rendo conto che tutto il winch ha toccato l’ ac qua.
Allora ormai ammutolito viro e fuggo il mare prendendolo di poppa, rulliamo il genoa, e senza motore, a secco di tela velocemente sbircio il log, e vedo che voliamo a 7/8 nodi!
Adesso ho un po’ di tempo per guardarmi attorno, rimango sbalordito. L’ onda era relativamente piccola, ma la cresta che frangeva, veniva spazzata dal vento, e si creava come una cortina fumogena nera alta circa 3/5 metri sopra il livello del mare: mai vista una cosa simile.
Nel frattempo mi trovo affiancato da altro Elan 31, portato da Vittorio Malingri, anche lui col mare in poppa. Ci sentiamo per radio, comunico di non aver danni, mentre lui dice di avere il fiocco strappato. E così continuiamo in direzione di Venezia, con il mare che aumentava e vento costantemente molto molto gagliardo ( il giorno dopo sappiamo che c’ era NNE di50/ 60 nodi con raffiche di 70/80).
Nel frattempo la mia compagna, non sapendo cosa fare, dentro in cabina, vomita a spruzzo. Non soffro mal di mare, ma non sopporto l’ odore del vomito. Avevo timore a scendere, che se anche io fossi stato male, la situazione sarebbe diventata brutta veramente.
E si continua così, direzione Venezia, la mia compagna davanti alla radio, non so con chi parla, ma arrivano “suggerimenti” di qualche ente costiero, che data la terribile situazione meteo, ci invita ad abbandonare la barca perché ci vengono a prelevare in elicottero.
Quando sento questo, mi in***** come una bestia, mi tappo il naso, scendo sottocoperta, prendo il microfono, e comunico: situazione sotto controllo, nessun problema a bordo, nessuna rottura o danno, mai abbandonerò la barca, passo e chiudo. Non so se hanno sentito anche il mio vaff……o. Poi ho saputo il motivo di tale richiesta, tutte le altre barche della flottiglia, sparse in un raggio di circa un miglio, avevano accusato gravi danni, i vecchi catorci da charter, avevano ceduto. L’ operazione lucrosa si era messa in luce.
Intanto sono sempre al timone, piove a dirotto, sopra la felpa bagnata fradicia ho messo la giacca della cerata, che prima non avevo fatto a tempo ad indossare, l’ acqua mi entra dal collo, e va a riempire gli stivali. Situazione veramente paradisiaca.
Arriva dalla radio invito ad entrare nel porto di Jesolo, Faro Piave! Come sento la notizia inorridisco, lo conosco a menadito quel porto, e mi sembra una idea assurda. Contatto via radio Malingri, espongo tutti imiei dubbi, lui ribatte, vuole che siano così stupidi da farci fracassare le barche? Perciò avanti.
Arriviamo nelle vicinanze del porto, l’ onda era aumentata incredibilmente, circa sui 4/6 metri. Questo porto è la foce di un fiume, che perciò forma anche una barra, il frangiflutti è fuori sul mare per circa 10 metri, formato da lamiere tipo quelle usate a Venezia per scavare i canali infisse sul fondale, e l’ ingresso è molto stretto, circa 20/30 metri, il vento era proprio al traverso, e l’ onda passava abbondantemente sopra sti frangiflutti.
Allora Vittorio Malingri mi comunica che vuole provare ad entrare, aspetto un po’, vedo che in qualche modo entra.
Allora seguo anch’ io mi sposto sulla destra, do tutto motore e vado! Ho appena iniziato la manovra che per radio Malingri mi urla: vai via è una cosa da pazzi sono dei deficenti a farci venire qui!!!
Già poca voglia avevo ad entrare, e mi ritrovo con la prua che ha appena imboccato l’ ingresso. Nonostante tutto motore fatico ad avanzare, in compenso mi avvicino velocemente ai tripodi scogli che sono sotto il faro alla mia sinistra. Mi guardo a poppa, vedo che siamo sull’ incavo, l’ altra onda fortunatamente è un po’ lontana, viro di 180 gradi, sfioro di circa due metri gli scogli…… ringraziando il Signore ho la prua sul mare. Enorme sospiro di sollievo.
Prendo la radio, sempre con naso tappato, e comunico che non mi rompano più le p…e con consigli del cavolo, io ritorno a motore fino a Carole, da notare che avevo vento e onda diretta in prua.
E così era circa mezzanotte. Infreddolito sempre al timone, navigavo contro questa onda , la prua ci sbatteva in pieno e tutti gli spruzzi, non so perché, mi entravano proprio tutti dentro gli occhi e nel collo. Secondo me sti spruzzi si coalizzavano tutti contro di me per farmi soffrire. All’ arrivo avevo gli occhi color rosso sangue. In base a questa esperienza porto sempre in barca una maschera economica da sub, almeno mi salvo gli occhi.
Intanto la mia compagna che non voleva prendere neanche per cinque minuti il timone, mastruzzava il profondimetro, e non ricordo la marca, (era quel parallelepipedo verde con grande strumento circolare al centro, con quattro pulsanti laterali di regolazione), e mi comunicava con apprensione che stavamo navigando su fondali di 2 metri, a circa 5 miglia di distanza dalla costa! Perciò dovevo fare attenzione quando ero nell’ incavo dell’ onda! In un primo momento anche ci credo…..! la stanchezza!
Eravamo sempre in contatto radio con la capitaneria di Carole, ero senza GPS, e data la situazione non riuscivo a fare un punto stimato con rilevazione visiva. E qui la Capitaneria mi da un grosso aiuto comunicadomi un punto cospicuo nuovo che vedo e mi fa capire di essere vicino a Caorle
Arriviamo alle 7 circa del mattino all’ imboccatura, mi porto sopravento, vento e mare erano proprio al traverso rispetto il porto canale, apro il fiocco, do tutto motore, siamo dentro, finalmente la pace.
Sul molo di sinistra c’ era il mio compagno che ci aspettava intirizzito da ore; sfilo davanti agli uffici della Capitaneria e vedo fuori tutti ma proprio tutti i marinai e ufficiali della Capitaneria che si erano allineati a salutarmi. Mi sono commosso… ed un grazie alla loro opera!
Durante questo trasferimento mai e poi mai ho pensato: ma chi me lo ha fatto fare? In certi momenti ho avuto paura, ma ripetevo sempre che non dovevo farmi prendere dal panico, difatti mi vanto di essere stato sempre lucidissimo, padrone della situazione. In certi momenti esisteva solo la barca, l’ equipaggio, e nulla altro, non sentivo ne pioggia ne freddo ne fame ne sete ne altro, dovevo fare in modo che non ci fossero problemi.
Siamo partiti da Krk in quindici barche, solamente io non ho fatto danni, tutti gli altri invece no, quando andava bene, avevano frantumato le vele.
Ripeto che poi la capitaneria ci ha comunicato trattarsi di NNE sui 50/60 nodi stabili, con raffiche di 70/80 ed anche qualche punta di 90 nodi, per una durata di circa 10 ore.
Dopo questo sfacelo di barche il comitato organizzatore ha deciso di non farci regatare nella 500x2 ma solo nella 200x2.
Questo fu un trasferimento molto brutto, all’ indomani tutti i giornali ne parlarono, addirittura la rivista “Nautica”, ne fece un articolo.
Così solo per cronaca, l’ ordine di arrivo della 200x2, visto che il comitato organizzatore ha perso le classifiche di questa regata, è che io ed il mio compagno a bordo dell’ imbarcazione Elan 31, Pere-Città di Pordenone, siamo arrivati primi, davanti a Pelaschier, Vascotto, Rizzi, Felci, Malingri, Barovier, Toso ecc. ecc. Ma questo è un altro discorso su cui ci sarebbe da scrivere molto…. Ed in negativo…., in poche parole abbiamo rotto le uova nel paniere!
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