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Luglio 2001.
La ristrutturazione completa della mia barca, (un modesto Corrias 8,50), è ormai terminata. Per inaugurarla non c`è di meglio che organizzare un bella crociera.
Contatto degli amici, due dei quali aderiscono all`invito: Diego ed Ezio. Mia moglie, con dispiacere, non se la sente e quindi prepariamo la barca per partire.
La mattina del 23 luglio alle 7,00, lasciamo l`ormeggio del porticciolo di Torre Grande, (Oristano), dopo che la burrasca di maestrale dei giorni precedenti ha abbandonato il Mar di Sardegna.
E` un bellissima giornata estiva, il mare è quasi calmo, con poco vento e onda lunga fastidiosa; la barca va piano, tre nodi e mezzo, rotta 270° per Minorca. La brezza comincia ad arrivare verso sera; le previsioni danno vento da NNW forza 4 ma spero che arrivi dal primo o secondo quadrante. Questa notte l`onda lunga dà fastidio anche in cuccetta.
Purtroppo aspettiamo fino al mattino del giorno dopo per vedere il vento, per fortuna arriva da NE forza 4-5 che ci consente di issare lo spi e cavalcare per 10 ore, raggiungendo punte di sei nodi e mezza sino a che non gira verso Nord, poi a NW ma comunque alzando la media del giorno prima.
La traversata non va tutta così. Arriva una piatta totale che dura per 22 ore, di quelle che si leggono solo sui libri di navigatori, ma non avrei mai pensato di trovarmici in mezzo, con il sole che batte forte da costringerci spesso a buttarci in acqua e farci trainare attaccati alla scaletta. In compenso godiamo della grande distesa blu e i delfini che ci tengono compagnia per molte ore. Purtroppo non riusciamo a tirare su un grosso tonno o uno squalo che abbocca alla traina e che per circa mezz`ora ci tiene impegnati, cercando di recuperarlo ed infine taglia il terminale d`acciaio portandosi via il rapala.
Il resto della navigazione è un alternarsi di vela e motore. Sono trascorse 60 ore da quando abbiamo lasciato la Sardegna. Alle 19,00 del 25/07, entriamo nell`immensa baia di Fornels lunga un paio di miglia, nella quale è situato il piccolo porticciolo turistico, dove ci si può fermare solo in transito per 24 ore, il tempo necessario per fare acqua e un po` di shopping, visitare il paese disposto lungo mare in cui ci sono negozi e ristoranti con le case rigorosamente tutte bianche.
Qui non c`è la possibilità di fare carburante se non con le taniche, dal vicino distributore sulla strada.
La baia, al centro nord dell`isola è molto tranquilla, riparata da tutti i venti, nella quale ci sono almeno un centinaio di barche all`ancora; per chi non ha il tender, al molo può prenderlo a noleggio.
La nostra intenzione è fare il periplo dell`isola. La mattina dopo, verso le 11,30 molliamo gli ormeggi e puntiamo verso ovest, diretti a Ciutadella, accompagnati da una leggera brezza da NW. I fondali sono molto profondi da consentirci di navigare fino a 20/30 metri dalla costa, che dapprima è bassa e tutta verde, poi comincia a salire e formare bellissime scogliere a picco, molto frastagliate per tutta la parte esposta a Nord. Vediamo molti ruscelli che dall`alto della roccia formano le cascate fino al mare.
Nel primo pomeriggio ci troviamo davanti a cala fontanellas, nella quale diamo fondo per un bagno e mangiare qualcosa. La baia è molto bella, popolata di barche, ma esposta ai venti di NW, con fondo sabbioso e l`acqua di un turchese a noi molto familiare.
Non abbiamo molto tempo per goderci una lunga sosta, quindi riprendiamo la navigazione e la sera al tramonto ci troviamo davanti al semaforo di entrata al porto di Ciutadella, il quale è costruito in una lunga insenatura stretta e naturale che mi ricorda Bonifacio. Protetta da tutti i venti, molto trafficata anche dal traghetto che collega Ciutadella con Alcudia, tante barche da charter con qualche peschereccio, ragion per cui non si trovano posti liberi. Riusciamo ad attraccarci in fondo al porto di fianco a una bellissima barca blu, l`unica con bandiera italiana.
Devo fare una raccomandazione: prima di attraccare chiedete col VHF il permesso al Comandante del porto, altrimenti si offende terribilmente (a me è successo).
Ricordatevi che bisogna lasciare l`ormeggio prima delle ore 7,30 per le manovre delle barche da charter e il traghetto.
Si può fare acqua, ma c`è un ufficio apposito sulla sinistra entrando al porto in cui chiedere il permesso e ricevere l`attacco per la manichetta, mentre nella parte opposta c`è il distributore che apre alle nove.
Iungo il porto, incastonato dentro la cittadina, è pieno di ristoranti nei quali si può gustare la caratteristica Paella a base di astici e non solo.
Dopo cena, facciamo una bella passeggiata nelle stradine tipiche dei paesi marinari, tra negozi e bancarelle alla ricerca di un regalo da portare a casa.
La mattina, una lunga attesa al distributore di carburante, poi riprendiamo la navigazione verso Sud, doppiando il faro di Cap D`Artruix per poi rientrare verso Est.
Il vento a regime di brezza per qualche ora, poi aumenta, ma la direzione (SE) è sempre contraria, costringendoci alla bolina costante.
Qui la costa è più o meno regolare per qualche miglio, bassa, con belle spiagge e roccia; un villaggio ed una grande struttura alberghiera, rettangolare a 5 o 6 piani, non proprio bella da vedere, ma in tutta l`isola, per fortuna, ne abbiamo viste solo tre. Inizia di nuovo la scogliera a picco, con bellissime insenature.
Arrivati a Cala Macarella decidiamo di fare la solita tappa per un bagno, una pescata col fucile e poi due spaghetti ai ricci di mare.
In queste baie si può calare l`ancora di prua e con una cima da poppa, legarla a un albero, per non occupare tanto spazio.
Chi sogna i tropici, qui riesce a consolarsi molto bene, per questo ci tratteniamo fino alle 19,00, ora in cui salpiamo e proseguiamo verso Cala En`Porter, distante circa 10 miglia, individuata sulla carta e adatta per trascorrere la notte. A dire il vero, qui a Minorca, tutte le cale sono adatte per l`ancoraggio notturno, perchè molto protette.
Una piccola entrata per accedervi, che poi si allarga per formare all`interno due, a volte anche tre, spiaggette dorate, incastonate tra gli strapiombi calcarei sui quali sono arrocati cespugli di capperi. Dalle pareti scorrono torrenti, spesso coperti dagli alberi di pino che si affacciano sull`acqua come volessero specchiarsi.
Arriviamo alle 22,00, col buio e senza luna, ma con un potente faro artigianale non abbiamo problemi a entrare in baia e calare l`ancora fra le altre barche presenti.
La mattina al risveglio, sembra di essere in un paradiso; alle 9,00 riprendiamo il nostro viaggio. La solita brezza ci accompagna fino all`immensa baia di Mahon lunga più di quattro miglia. All`ingresso, a sinistra sopra la scogliera, vediamo le grandi mura fortificate della città vecchia, mentre sul lato opposto vi sono delle postazioni militari.
Proseguendo verso l`interno, vi sono alcuni isolotti e baie minori nelle quali si può calare l`ancora; I moli del club nautico sono in una insenatura sulla sinistra, dove c`è il distributore di carburante nel quale si può fare anche l`acqua; più avanti sempre sullo stesso lato ci sono i moli gestiti dalla capitaneria di porto. Vi sono altri porti anche sul lato destro, ma la città vecchia è disposta sull`altro lato.
In fondo alla baia c`è il grande porto commerciale.
Alle 14,00 attracchiamo nei pressi del distributore di carburante sotto la gru del cantiere. Dopo pranzo, l`ultima passeggiata per le strade di Mahon, che è molto bella e merita di essere visitata, prima di prepararci per il viaggio di ritorno verso Est, alla nostra amata Sardegna.
In quei giorni trascorsi a Minorca non siamo riusciti a sentire una sola volta le previsioni meteo, ma prima di partire, telefono a casa per sapere l`andamento del tempo. Le previsioni per i prossimi giorni danno NW forza 4-5, ci aspetta un bel lasco.
Alle 18,00 del 28, molliamo gli ormeggi dal porto di Mahon e dopo 45 minuti di vela siamo all`uscita della baia, davanti ai muraglioni della vecchia città, ad una velocità di 4,6 nodi con una brezza leggera da NE, vale a dire bolina stretta e mare mosso.
Verso le 0,50 del 29, il vento rinforza e il mare s`ingrossa.
Il gps indica oltre 6 nodi. Per qualche ora riusciamo a mantenerla, poi il vento cala un po` e con lui la velocità, mentre la direzione è sempre da NE a ENE e viceversa.
Alle 9,30 la canna comincia a tirare ed in dieci minuti tiro sù un bel tonno di circa 18 Kg. Il morale sale alle stelle, anche perchè è il primo, durante questa crociera, che riesco a portare a bordo.
Oggi cambiamo menù, per fortuna assaporiamo il tonno.
La barca continua la sua corsa tra 4 e 6 nodi, il vento dirige l`orchestra, mentre il mare lo accompagna.
E` proprio vero, fermarmi ad ascoltare questa musica, mi fa sognare, mi fa pensare a terre lontane, alle grandi navigazioni, poi mi sveglio, guardo intorno, mi vedo sulla mia barca, circondato dal blu intenso dell`acqua, con spennellate di bianca spuma delle onde, e realizzo che in fondo, per me, questa è una grande navigazione, il mio oceano: sono felice.
La sera cominciamo a risalire un po` di latitudine stringendo al massimo, dal momento che il maestrale ancora non si fa vivo. All`alba del 30/07, mentre esco in pozzetto, sollevo lo sguardo al genoa, all`altezza della crocetta di dritta, mi accorgo che si è lacerato, a causa della mancanza di protezione e per la bolina stretta che ha dovuto sopportare dalla partenza da Mahon.
In mattinata, il vento comincia a girare verso Nord e poi a NW. L`intensità discreta, intorno ai 15 nodi in rapido aumento. Approffittiamo per issare subito lo spi che ci tiene compagnia fino ad entrare dentro il golfo di Oristano, come per annunciare il nostro rientro a casa. Ma "Guido", il timone automatico, non riesce più a governare, quando, quasi al traverso, con una straorzata ci invitava ad ammainarlo in tutta fretta. Ormai siamo a tre miglia dal porto di Torre Grande e alle 16,30 attracchiamo al molo.
Grazie a Ezio e Diego, è stata una bella crociera.
The Dreamer