Quartu, apocalisse di fuoco nel porto turistico di Capitana
I vigili del fuoco impegnati ieri mattina nello spegnimento delle fiamme
Sei barche colate a picco e altre cinque danneggiate. Spaventoso incendio al porto turistico di Marina di Capitana, a Quartu. Il rogo a catena, non doloso, potrebbe essere partito dal motoscafo di Mauro Contini, probabile candidato sindaco del Pdl alle prossime elezioni
Sei barche mandate a picco dalle fiamme, altre cinque danneggiate. E nessun ferito, ma solo per miracolo. Sarebbe partito dal motoscafo del probabile candidato a sindaco di Quartu per il centrodestra - il capogruppo del Pdl in Consiglio provinciale a Cagliari, Mauro Contini - il devastante incendio a catena che ieri ha coinvolto una decina di imbarcazioni ormeggiate al porto turistico di Marina di Capitana. Il rogo rischiava di avere conseguenze ben più gravi, ma l'intervento dei Vigili del fuoco, dal mare e da terra, ha evitato il peggio, mentre i bagliori delle fiamme visibili da tutto il litorale rischiaravano i minuti precedenti l'alba. Nell'inferno di Capitana ieri bruciava perfino il mare, dove si è infiammato il carburante disperso dalle barche, che oltretutto ha inquinato le acque del porticciolo.
Foto:billi
LE CAUSE Secondo i pompieri e la polizia, l'ipotesi più plausibile sarebbe un cortocircuito nella batteria di una barca. Il fatto che si trattasse del motoscafo dell'esponente politico ha fatto temere che il rogo fosse doloso, ma l'ipotesi è stata poi esclusa dagli investigatori. «Sono andati in fumo i ricordi di vent'anni di passione per il mare», commenta Contini, che si è precipitato al porto di Capitana direttamente da Milano, dove ha partecipato alla Borsa internazionale del turismo. «Dubito», aggiunge, «che l'incendio possa essere partito dalla mia barca: era ferma da mesi, non c'è ragione perché le fiamme si sprigionassero all'improvviso».
L'ALLARME È stata la testimonianza del vigilante, a individuare nella barca di Contini l'origine dell'impressionante catena di incendi. Erano le quattro e mezza: Gianluca Mundula - della Guardianpol - si è accorto che dal motoscafo ormeggiato al molo dieci arrivavano bagliori. Pochi istanti dopo, i vetri della cabina sono esplosi a causa del calore e il rogo è divampato violentemente all'esterno. Il fuoco ha avuto vita facile grazie alle parti in plastica, vetroresina e legno. Dal primo motoscafo, spinto da una forte brezza proveniente da sud, il rogo ha aggredito una dopo l'altra le imbarcazioni vicine, con un impressionante effetto-domino.
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I SOCCORSI A Marina di Capitana si sono precipitati tutti i mezzi disponibili dei Vigili del fuoco: tre squadre con autobotti e l'unità navale coordinata dal caporeparto Ignazio Cannas. In dieci minuti i soccorritori erano già al lavoro, ma l'incendio aveva assunto dimensioni impressionanti. Un'inquietante alba di fumo e fiamme era ben visibile dalle abitazioni delle colline di Is Meris e Niu Crobu. La situazione rischiava di diventare ancor più pericolosa quando, da una barca che stava affondando, si è sprigionata una violenta fiammata alimentata dal carburante del serbatoio. Fortunatamente i pompieri a bordo della motovedetta sono riusciti a contenere il rogo con la schiuma antincendio sparata dall'idrante. Altri natanti sono stati liberati dagli ormeggi e spostati, malgrado le condizioni proibitive. Verso le sette e mezza le fiamme erano definitivamente debellate.
GLI ACCERTAMENTI Nel frattempo, al porto di Capitana erano già arrivati gli agenti del Commissariato di polizia di Quartu, coordinati dal dirigente Giacinto Mattera. I sommozzatori della Capitaneria di porto hanno perlustrato il fondale e i relitti carbonizzati, alla ricerca di elementi utili per stabilire le cause di quell'inferno. Gli investigatori hanno esaminato con attenzione anche i collegamenti elettrici delle colonnine presenti lungo il molo, ma la testimonianza della guardia - che ha indicato da quale barca era partito l'incendio - ha consentito di restringere il campo delle ipotesi. Sembra esclusa l'azione dolosa: non sono state trovate tracce di taniche o di congegni utili per provocare l'incendio dell'imbarcazione dell'esponente politico. Si era pensato anche a una stufa o a un fornellino lasciati incautamente accesi durante il weekend, ma nessuno da giorni entrava nella barca di Contini. A dare un importante contributo per stabilire le cause del violento incendio sarà l'esame di investigatori e tecnici sui relitti delle imbarcazioni andate a fondo.
Fonte: Unione Sarda |