Sembra non ci siano limiti per la vela. Caduto il muro. Il giro del mondo a vela sotto la barra dei 50 giorni è realtà. A rendere possibile quel che per Phileas Fogg, l’intrepido eroe di Jules Verne, era inimmaginabile sono stati (riuscendovi anche molto bene) Franck Cammas e i suoi nove compagni d’avventura sul trimarano Groupama 3 (31,50 metri). Un dream team di francesi doc, che ha dimostrato sugli oceani tenacia e coinvolgimento più unici che rari. Immersi a fondo in una realtà dove tutto, vita, idee, pensieri e obiettivi, viaggia dai 30 nodi in su. Adrenalina pura.
Dove il margine d’errore consentito è minimo. Lo sanno bene Cammas e i suoi che han tentato l’assalto al record più volte. In tre riprese esattamente, dopo il naufragio al largo della Nuova Zelanda nel 2008 e l’avaria subita nell’Atlantico del sud che li ha costretti al ritiro lo scorso novembre. L’happy end appena scritta, che a soli 37 anni consacra Franck Cammas fra le leggende dei record planetari, ha suscitato il plauso del top della vela francese, Peyron in testa. E non è questione di patriottismo. Sono stati 48 giorni, 7 ore, 44 minuti certamente non facili e anche molto intensi con il tempo di riferimento (2005, Bruno Peyron su Orange 2) che incombeva sulle prue di Groupama come una spada di Damocle. Cammas stesso ce l’ha voluto raccontare.
Con Groupama 3 avete appena stabilito il nuovo record del Trofeo Jules Verne, Bruno Peyron ha annunciato il ritorno di The Race, Oman Sail sta promuovendo l’Indian Ocean 5 Capes per multiscafi. C’è molto fermento nel vostro mondo. Come vede il futuro? È un bene che ci siano queste regate, ma le barche sono terribilmente poche. Attualmente ci sono cinque multiscafi naviganti: tre di 100’ (Sodeb’O, Idec, Arabian) e Banque Populaire V, Groupama 3. Non è una flotta che può navigare insieme, ma rappresentano tipologie di scafi ben distinte. Non c’è un plateau abbastanza nutrito per regatare assieme. Ma dar vita a queste due corse motiverà altri. Mi piacerebbe si creasse una flotta omogenea come i Mod 70, una monotipia con una stazza restrittiva. La classe No Limit è perfetta per i record, ma assolutamente inadatta alle regate.
Quali sono stati i momenti più duri e quelli che non dimenticherà di questo Jules Verne? Il peggio è quando si rallenta rispetto al tempo del record, quando si è mal serviti in termini meteorologici. In tal senso, in questo nostro giro il momento peggiore è stato dopo Capo Horn. È anche vero che non sono un gran fan dei periodi di stand by. Quanto ai momenti migliori, ne ricordo due: il passaggio dell’Horn e l’arrivo. Il mitico Capo che mi ha fatto sognare a lungo e l’arrivo a Brest con il mio equipaggio, prima di notte tagliando il traguardo e poi al mattino con il pubblico e i nostri cari. Che emozioni!
La vedremo al comando di Groupama 70 nella prossima Volvo Ocean Race. È un gran bel ritorno per i francesi, assenti da tempo, e il suo debutto su queste barche e in questa regata. Cosa si aspetta dica questo giro del mondo e che giudizio si è fatto dei Volvo 70? Il mio fedele partner, Groupama, si sta sviluppando a livello internazionale e la Volvo corrisponde al suo asset, visto che faremo scalo in 10 città intorno al mondo! Questa regata permette a Groupama di raggiungere diverse realtà del pianeta attraverso la barca e la regata, credo nel mio sponsor da ormai 12 anni. Dal mio punto di vista trovo che la Volvo sia molto interessante a livello sportivo. Ci permette di partecipare a una regata d’altura e confrontarci con ottimi equipaggi internazionali. Quanto ai Vor 70, trovo sia il monoscafo più eccitante perché è il più veloce. Permette confronti tattici più importanti di una volta, visto che la flotta è estrememente omogenea.
Quale pensa sia il nuovo limite di velocità che potranno infrangere i monoscafi? Penso si possano guadagnare ancora circa 25 miglia sulle 600 del record. Ma non bisogna pensare che la barca detentrice del record vincerà per forza anche la regata.
Cosa conta di più per vincere o battere un record, le idee o il budget di cui si dispone? Entrambe, mia cara! Avere idee senza budget per realizzarle o budget senza idee... in ambo i casi non si va molto lontano. Da questo punto di vista, sono davvero fortunato perché, con Groupama sempre al mio fianco, le mie idee si realizzano. Groupama 1, Groupama 2, Groupama 3 e ora Groupama 70, sono quattro bei capitoli della nostra storia comune fatta di equilibrio tra idee, budget e obiettivi di Groupama.
Come tecnologia e innovazioni sono più avanti i multiscafi o i monoscafi oceanici? Tutto dipende dalla classe di cui si parla. Penso che le classi Orma e Imoca abbiano prodotto le migliori tecnologie esistenti. Per contro, i Vor 70 hanno parecchie restrizioni di stazza; di conseguenza tutti i dettagli si evolvono verso il meglio disponibile a livello tecnologico. Non saprei dirvi quale monoscafo o multiscafo sia il più avanzato. Guardate i due multscafi della Coppa!
Quanto di Groupama 3 è passato su BMW Oracle nella Coppa appena disputata? Bor è in tutto e per tutto uno sviluppo di Groupama 3. Inizialmente tutta la tecnologia di Groupama 3 è stata trasferita su Oracle. L’équipe di Coutts ha sviluppato partendo da questa base i foil, l’ala e il resto.
Cosa pensa della sfida che c’è stata fra Alinghi e Bmw Oracle? È stato appassionante per gli amanti della vela. Con quella del 1988 è stata le seconda Coppa America fuori dagli schemi, ma quest’anno è stata molto più spettacolare! Prima della prima regata non si sapeva nulla. Mai erano state immaginate delle barche così performanti per un percorso del genere. Al di là degli sviluppi tecnologici raggiunti, sono felice che gli anglosassoni abbiano potuto scoprire le gioie del multiscafo. Alcuni sono stati beffati dalle loro stesse sensazioni!
Chi ha veramente superato i propri limiti, monoscafi o multiscafi? Né l’uno né l’altro. In termini di velocità, il limite con i multiscafi è difficile da raggiungere perché il potenziale è importante.
Cosa limita le prestazioni dei monoscafi, condizioni del mare a parte? Come su tutte le barche, le performance sono limitate dal vento, dallo stato del mare e anche dall’equipaggio. Il controllo della barca da parte degli uomini che la portano è un aspetto importante per le performance.
Fonte: postobarca.net
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