Già da un bel po' avevo in testa di realizzare uno strallo di trinchetta amovibile, perche' navigando nella stagione fredda nel Golfo di Genova mi e' capitato più di una volta di rimpiangerne la mancanza e, visto che l'aprile prossimo l'intenzione è quella di fare rotta SE, meglio che la piccola sia preparata a Meltemi e groppi in modo adeguato.
Due punti cruciali mi avevano fatto rimandare la realizzazione: 1 - il forte desiderio di rinunciare alle sartie volanti per questione di semplicità, 2 - l'inclinazione della paratia del gavone ancora, benchè la stessa sia strutturale, ben fazzolettata e resinata a murate e coperta.
Il primo punto l'ho metabolizzato in fretta, sarebbe bastato ancorare lo strallo quasi in testa d'albero. Il secondo mi fece rigirare nel letto parecchie notti, fino a quando potei osservare da vicino gli stralli montati su barche di amici, barche anche di 3 metri più lunghe della mia. Le loro lande, ancorate sulle paratie verticali, formavano un angolo con lo strallo simile a quello che avrebbe formato il mio, benchè con inclinazione opposta!
Così iniziai a elaborare, mentalmente prima e graficamente poi, forma e dimensioni della landa, osservando gli ancoraggi a madieri e paratie di quelle del mio sartiame. Decisi così caratteristiche e dimensioni. La scelta dell'inox AISI 304 anzichè 316 è dettata dal fatto che il 304 è più robusto e meno deformabile dell'altro, anche se meno lucido e "figo"
Realizzai una sesta in semplice compensato per verificare gli ingombri
e finalmente la landa fu!
Qui la si vede montata, l'eccesso di Sikaflex è stato rimosso non appena si è solidificato. E' stato praticato un piccolo intaglio sulla battuta del coperchio del gavone.
Questa è la contropiastra nella cabina di prua, la contropiastra rettangolare è del salpaancora e viene coperta da un pannello triangolare in compensato.
Il "naso" per ancorare lo strallo all'albero può essere realizzato in diversi modi, ma a mio parere quello della Wichard, formato da due piastre simmetriche a L che vanno infilate una per volta nella stretta fessura ritagliata sull'albero e poi rivettate e imbullonate tra loro, è il miglior sistema realizzabile a posteriori.
Ho preferito far passare la drizza interna all'albero, per poter montare una puleggia di dimensioni maggiori e avere una manovra in meno a sbattere sul palo.
Naso e puleggia montati (si intravede il largo uso del giallo Duralac per evitare corrosioni galvaniche tra i diversi metalli).
Per evitare di avere fori alla stessa altezza con relativo indebolimento dell'albero, naso e puleggia son stati montati un po' più in basso di dove avrei voluto.
Per mettere in tensione lo strallo ho trovato d'occasione questo tendi paterazzo della Francespar, usato ma in ottime condizioni.
Per agganciarlo rapidamente alla landa uso questo Chain Gripper della Kong con perno IMPERDIBILE da 7 mm. La versione più grande con perno da 10 mm in laboratorio ha retto fino a oltre 7.700 kg, questo a spanne dovrebbe reggere almeno 2.000 kg. Ho comunque intenzione di prendere il modello più grande e riutilizzare questo sulla catena dell'ancora come ho fatto fino ad oggi.
Con lo strallo smontato la drizza viene rizzata su uno stroppo alla landa di una sartia, a far compagnia al caricaalto del tangone.
Stessa sorte per lo stralletto (sull'altra mura) che viene messo poi in tensione su una sartia bassa, sempre per eliminare tintinnii e contatti indesiderati con albero e crocette.
Tormentina pronta per essere mandata a riva (per la trinchetta devo aspettare che il velaio rientri dalle ferie).
Qui è murata direttamente sul golfare del caricabasso del tangone, ma in navigazioni con onde che spazzano la coperta la si può murare più alta con uno stroppetto. Sarebbe stato preferibile una distanza maggiore tra landa e golfare per facilitare il montaggio dell'ambaradan.
Tormentina a riva in tutto il suo (piccolo) splendore.
Con l'esperienza di amici che hanno sistemi analoghi, andranno trovate per tentativi le tensioni ideali di stralletto e paterazzo, per far si che lo stralletto sia sufficientemente in tensione e lo strallo col salsiccione del genoa/fiocco avvolto non sia tanto lasco da innescare spiacevoli ondeggiamenti.
Non appena sarà pronta la trinca e potrò provarla nelle giuste condizioni vi comunicherò pregi, difetti, eventuali migliorie ed errori di realizazione da evitare.