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DETTAGLIO NEWS
 
01/11/2011 08:41:37 - Salvata la navigatrice Francese
 

La navigatrice e l'Sos alla mamma
«Salva grazie al cellulare impermeabile»

L'Arthaud caduta in mare al largo della Corsica: «Pensavo di morire». Poi ha tirato fuori il portatile

MILANO - È conosciuta come «la piccola fidanzata dell'Atlantico», ma a tradirla non è stato il tanto amato oceano che separa l'Europa dall'America, bensì una piccola onda del Mar Mediterraneo che l'ha scaraventata in acqua e le ha fatto temere il peggio. È finita bene la brutta avventura che ha visto come protagonista Florence Arthaud, la famosa navigatrice francese che nella notte tra sabato e domenica è rimasta diverse ore in mare a largo della Corsica. A salvare la cinquantaquattrenne è stato il suo cellulare impermeabile, acquistato pochi giorni prima, che le ha permesso di chiamare sua madre che a sua volta ha allertato i soccorsi
 

LA CADUTA IN MARE - La navigatrice, che nel 1990 ha vinto la «Route du rhum», celebre traversata in solitario dell'Oceano Atlantico ed oggi è considerato una delle più grandi navigatrici del mondo, era partita da Roma sul «Largade II» un veliero di circa 10,5 metri ed era in viaggio verso Marsiglia. Intorno alle 23 e 10 di sabato la Arthaud che non indossava il giubbotto di salvataggio, mentre era uscita per fare pipì è stata sorpresa da un'onda che l'ha scaraventata in acqua. Nonostante il mare fosse gelido e relativamente agitato, la 54enne ha mantenuto il sangue freddo. Dopo pochi minuti ha recuperato dalla tasca il suo portatile e ha telefonato alla madre. Le ha spiegato di trovarsi a 15 km da Capo Corso e per due lunghe ore ha atteso i soccorritori. Questi ultimi, grazie al sistema Gps installato sul telefonino della navigatrice che ha permesso di localizzare la naufraga, sono arrivati intorno all'una e mezza e velocemente l'hanno portato in salvo.

IL TIMORE DELLA MORTE - All'indomani della brutta avventura, la Arthaud ha raccontato ai media francesi dettagliatamente gli attimi in cui ha temuto di morire: «Pensavo fortemente ai miei genitori e al fatto che a quell'ora sarebbe stato davvero difficile trovarmi - ha spiegato al quotidiano locale Corse Matin - Poi ho pensato al mio amico Eric Tabarly e a tutti i navigatori che sono morti in mare. In questi attimi ho capito cosa avevano potuto provare. Non nego di aver avuto una grande paura». Ma proprio quando i pensieri più oscuri le offuscavano la mente, ecco arrivare i soccorsi: «Quando ho sentito il rumore dell'elicottero e ho visto le luci dei suoi proiettori ho capito che mi sarei salvata. I soccorritori mi hanno issato e mi hanno portato all'ospedale di Bastia. Sebbene fossi in ipotermia, mi sono ripresa velocemente e un'ora dopo, ho deciso di lasciare l'ospedale. Sono una miracolata. Sabato notte il diavolo non mi ha voluto prendere». La navigatrice ha fatto sapere di essere pronta a ripartire sul suo veliero che è stato recuperato domenica e sul quale era rimasto un gattino, l'unico compagno di viaggio della piccola fidanzata dell'Atlantico.
 
Fonte:Corrieredellasera
Francesco Tortora
 
 



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