V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
antalia |
Inserito il - 28/01/2010 : 21:41:03 Barca in legno a motore e a vela (2 alberi) Lung. F.T.: 16.95 metri Lung. Scafo: 14.95 metri Larg.: 4 metri Visibile Torregrande oristano (molo F) Varata nel 1980 e ristrutturata nel 2001 Motore 6 Cilindri 130 CV 3 Cabine – 9 posti letto – 2 bagni Frigorifero Pilota automatico Autoclave Serbatoio acqua 1700 litri Serbatoio gasolio 1000 litri Generatore Eolico 2 motori salpa-ancora 2 ancore (90 + 90 mt catena) Elica di prua tender Chiglia rigida per info E-MAIL:-antalia-@tiscali.it
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15 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
mauretta |
Inserito il - 05/08/2010 : 21:28:58 Ho avuto la fortuna di fare un'uscita su Antalia.. semplicemente Magica.. io se fossi in loro non la venderei mai.. e ad avere qualche soldino da investire da parte la prenderei subito.. |
Ottaviano-Antalia |
Inserito il - 05/08/2010 : 16:54:14 aggiungiamo qualche foto..
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stefano antalia |
Inserito il - 04/08/2010 : 20:29:24 Ciao a tutti finalmente sono riuscito a collegarmi, non sono molto pratico,sono il proprietario di Antalia insieme a mio cognato Ottavio. Vorrei dare qualche chiarimento riguardo alle numerose domande che avete posto.Il cantiere di costruzione è Ciaravino di Cecina, quindi non è un caicco, lo scafo è stato ristrutturato: (i lavori sono cominciati nel 97 e finiti nel 2001 praticamente dalla linea di galleggiamento in su è tutta nuova, fasciame in pino larice ordinate in mogano tutto quello che sta fuori a vista è iroko,i bagli sono in mogano lamellare con resina epox. STA NAVIGANDO NOVE ANNI E NON HA AVUTO NESSUN DIFETTO DI COSTRUZIONE TUTTE LE PARTI DI GIUNZIONE SONO STATE CURATE NEI MINIMI PARTICOLARI USANDO IL MASTICE SIKA.Pultroppo il tempo non ci permette di usarla piu spesso ma abbiamo fatto due volte il giro della sardegna quindi la la nostra meta non è solo la caletta .B.V.
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The Dreamer |
Inserito il - 05/07/2010 : 00:45:46 Ho incontrato uno degli armatori il quale mi ha riferito che non riesce a fare l'iscrizione al forum, probabilmente qualche errore nel digitare l'indirizzo mail.
Mi ah raccontato un pò di storia, ma preferirei che fosse lui a raccontarla. Il nome della barca è nato perchè il primo proprietario fece una vacanza in Turchia su un caicco e quando rientrò in Italia commissionò la barca a un cantiere italiano il quale ho dimenticato il nome, battezzandola Antalia in ricordo della turchia.
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zukabamba |
Inserito il - 20/06/2010 : 13:54:42 E la cosa più grave è che tanta gente si è gettata nell'acquisto di caicchi usati (stavo per cascarci pure io, affascinato dai costi troppo bassi per una barca di quelle dimensioni), per poi cadere in un incubo senza fine... Qualcuno invece costruisce dei "caicchi" in acciaio e con alberi in alluminio che sembrano essere più affidabili strutturalmente. |
luigiotto |
Inserito il - 20/06/2010 : 11:15:03 | The Dreamer ha scritto:
Avevano aspettato a cadere per sostituirlo? Non ci credo che l'albero non avesse dato segni evidenti molto tempo prima, dello stato in cui versava! Probabilmente trascuravano non pensando a ciò che poteva accadere.
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I Turchi, tradizionalmente non sono mai stati dei marinai, al tempo dell'impero Ottomano, gli equipaggi della flotta erano quasi sempre greci, e già allora le galee turche erano di qualità costruttiva molto scadenti, anche se pare fossero più manovriere di quelle cristiane. Con il boom della nautica da charter in Turchia molti pastori si convertirono in marinai per sfruttare la nuova opportunità di lavoro, non issavano quasi mai le vele, anche perchè non avevano materiale adatto, ricordo che venivano a Rodi a comprare quel poco che allora anche li si trovava. Il Caicco o Gulet, nella odierna configurazione è una forzatura del caicco che veniva utilizzato per la pesca alle spugne, scafi lunghi circa undici metri, adatti alla corta e ripida onda dell'Egeo, con la necessità di adattarli al charter sono stati ingigantiti arrivando a superare anche i venti metri. In ogni caso, guardando meglio il motoveliero della discussione, non credo sia di costruzione turca, sono stato tratto in inganno dal nome Antalya , la bella città della Licia orientale amata dall'Imperatore Adriano. Le sovrastrutture dei caicchi turchi erano differenti, con la timoneria posta molto più a poppa, ed anche le linee d'acqua mi paiono differenti, ma solo gli armatori potrebbero sciogliere questo dubbio. B.v. |
The Dreamer |
Inserito il - 20/06/2010 : 08:49:20 Avevano aspettato a cadere per sostituirlo? Non ci credo che l'albero non avesse dato segni evidenti molto tempo prima, dello stato in cui versava! Probabilmente trascuravano non pensando a ciò che poteva accadere. |
luigiotto |
Inserito il - 20/06/2010 : 08:40:03 Legno marcio. Negli anni 80 era l'inizio del boom dei charter lungo le bellissime coste della Licia, con le "Gulet" (cosi si chiamano in Turchia i caicchi), costruivano a ritmo serrato, usando legnami di scarsa qualità, spesso non stagionati e con manutenzioni molto scarse. Già allora, però si vedevano costruzioni in legno di mogano (o similare), con attrezzature di discreta qualità, non ho idea di come sia ora la situazione, mancando da quelle acque da molto tempo. B.v. |
zukabamba |
Inserito il - 20/06/2010 : 00:23:26 Non era caduto, stavano battendo sull'acqua per pescare i muggini! Scherzi, come diavolo ha fatto a cadere?? Albero poggiato e sartie montate con lo sputo? Ti è andata bene! |
The Dreamer |
Inserito il - 19/06/2010 : 23:12:54 | luigiotto ha scritto:
| zukabamba ha scritto:
Credo che in realtà fosse stata costruita in Italia, al Sud mi dicevano, ma essendo una voce di banchina, può anche essere una gran cavolata. Dei caicchi sapevo che spesso usano anche legno fresco, e che la barca si svirgola dopo pochi mesi...
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Una notte, molti anni fa, ero ormeggiato vicino ad un caicco turco, in una baia del golfo di Fetye, improvvisamente un gran rumore mi ha bruscamente risvegliato....era caduto l'albero di maestra del caicco, fortunatamente dal lato opposto dove ero io con il mio Foscarina (Alpa 12,70) B.v.
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Alla faccia! E le cause cos'erano state? |
luigiotto |
Inserito il - 19/06/2010 : 22:44:34 | zukabamba ha scritto:
Credo che in realtà fosse stata costruita in Italia, al Sud mi dicevano, ma essendo una voce di banchina, può anche essere una gran cavolata. Dei caicchi sapevo che spesso usano anche legno fresco, e che la barca si svirgola dopo pochi mesi...
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Una notte, molti anni fa, ero ormeggiato vicino ad un caicco turco, in una baia del golfo di Fetye, improvvisamente un gran rumore mi ha bruscamente risvegliato....era caduto l'albero di maestra del caicco, fortunatamente dal lato opposto dove ero io con il mio Foscarina (Alpa 12,70) B.v. |
zukabamba |
Inserito il - 19/06/2010 : 22:18:53 Credo che in realtà fosse stata costruita in Italia, al Sud mi dicevano, ma essendo una voce di banchina, può anche essere una gran cavolata. Dei caicchi sapevo che spesso usano anche legno fresco, e che la barca si svirgola dopo pochi mesi... |
The Dreamer |
Inserito il - 19/06/2010 : 21:59:50 Appena riesco a rincontrare gli armatori chiederò d'intervanire sulla discussione. Ora che Alimathaa è tornata al suo ormeggio ho la possibilità di vederli appena vado in barca, poichè Antalia è 5 barche più avanti della mia.
So che è stata presa all'Isola D'Elba. Lì, hanno fatto i primi lavori per poterla portare in Sardegna che all'arrivo, l'hanno alata e portata in cantiere nel quale è stata due anni per il restauro totale. |
luigiotto |
Inserito il - 19/06/2010 : 20:03:51 | Pierr ha scritto:
Comunque un sei cilindri dell'80 da 130 CV o è aifo o è perkins ambedue buoni. Il pescaggio secondo me non supera il metro e mezzo e ti consente di andare in molti posti. Non è male come barca poi chiaramente bisogna vedere che legno è ( strano non lo abbia dichiarato). Unica condanna ( a mio parere ovviamente ) è la copale al sole.... che io odio perchè non la combatti in nessun modo.
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Bisognerebbe sapere dove è stato costruito, mi pare un caicco turco, ne ho visti parecchi in cantiere, tavolacce di abete e chiodi zincati, ma ve ne sono alcuni realizzati con ottimo legname, i mastri d'ascia turchi sono bravi, ma normalmente badano di più alla velocità di realizzazione ed al costo che alla qualità, Non parliamo del coppale, il Jonathan ne è pieno,ed è sempre stato un calvario, ma recentemente abbiamo trovato un prodotto molto buono, è il Cetol della Sikkens. La base è un impregnante e si danno le mani su umido, poi si finisce con due mani di glos lucido ed anti-uv. Lo abbiamo messo quest'anno e dopo sei mesi di sole caraibico e di spruzzi per le boline nei canali, era ancora perfetto.Prima di lasciare la barca abbiamo comunque passato ancora due mani di glos, anche questo su umido, lavoro rapido e poco faticoso...sopra tutto per me perchè questo è compito di Silvia B.v.
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zukabamba |
Inserito il - 19/06/2010 : 12:44:23 | The Dreamer ha scritto:
E' una bella barca ma la usano molto poco, e niente a vela. I legni sono perfetti poichè tutti gli anni la tirano fuori e fanno una manutenzione molto accurata su tutti i legni.
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Mi ricordo, la tengono molto bene e alla fine vanno raramente oltre la caletta... |
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